1 de Septiembre, Termoli, Italia. Primonumero.it
Ad aprire la presentazione del testo avvenuta nella sala consiliare del Comune di Termoli è stata la presidente del Consiglio comunale, Manuela Vigilante che si è congratulata per l’opera della Crosa «sul dramma dell’emigrazione». Fra i fautori della presentazione in Molise l’ex vice presidente della Provincia di Campobasso, Giuseppe Chiappini. «Ho una passione per il tema dell’emigrazione che ho già seguito nel mio passato istituzionale. Ho avuto modo di conoscere due delle persone intervistate protagoniste del libro e ho trovato degna per Termoli la proposta di una presentazione qui». «Sono orgoglioso della buona partecipazione che vedo per quella che è un’anteprima mondiale e un orgoglio per la città» ha detto Oscar Scurti, consigliere comunale di maggioranza e uno dei protagonisti dell’organizzazione dell’evento, commentando il buon numero di persone in ascolto.
Di grande impatto l’intervento dell’autrice, tradotta in tempo reale dalla professoressa Marcella Stumpo. «Sono molto emozionata per questo momento, perché finalmente il mio libro arriva in Italia». Dopo aver dedicato il testo alla nonna, la mamma «e tutte le italiane», la Crosa ha strappato applausi quando ha detto che «l’Argentina è diventata quella che è grazie agli italiani. Il nostro era un Paese enorme ma povero di popolazione. Aveva bisogno – ha aggiunto l’autrice impegnata per oltre 30 anni nelle carceri in veste di criminologa – di forza lavoro e in quello gli italiani sono i migliori» .
Ma come accennato, il testo tratta il tema dell’emigrazione femminile raccontato in chiave psicologica. In particolare “Le argentine scese dalle barche” tratta il ruolo delle donne e di come esse siano statesradicate dalle loro vite in Italia e trapiantate in luoghi e contesti così differenti. «Il libro tratta anche della violenza di genere, di donne ombra dei loro mariti o padri, che non potevano esprimere la loro opinione». Una storia che lei conosce bene, essendo figlia di un’italiana di Loreto che nel 1906 lasciò l’Italia per il Sudamerica. Fra le storie contenute nel libro anche quelle di due donne termolesi, Vittorina Soldi e Rosanna Romano, entrambe presenti all’evento in municipio.
Come illustrato dalla scrittrice e psicologa «ancora oggi c’è in quelle donne che migrarono in Argentina una traccia nel loro essere femminile». La Crosa ha parlato di «sottomissione costante, annullamento di sé e della propria identità che si ritrova in moltissime patologie psichiche, nell’isteria, negli attacchi di panico, nelle fobie». C’è però nel capitolo XII, dedicato alle ‘Donne ribelli e rivoluzionarie’, un tratto che emerge fra gli altri, quello delle figure femminili che hanno cercato di opporsi al silenzio e alla sottomissione, talvolta riuscendoci.